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02/01/2010 - Furio Sollazzi
Stefano Cerri colpito da quello che, per pudore, viene chiamato spesso "male incurabile" ma che, brutalmente, si chiama cancro. E' una morte che mi ha colpito profondamente anche perchè improvvisa e inattesa.
Ci eravamo conosciuti nei primi anni '70; frequentavamo gli stessi negozi di strumenti musicali a Milano e lui, figlio d'arte (suo padre, Franco Cerri, era -ed è- un famoso chitarrista jazz, oltre ad essere diventato una macchietta con il celebre personaggio pubblicitario dell "uomo in ammollo") ed "enfant prodige" del nuovo rock italiano, non mi era riuscito del tutto simpatico; ma era giovane e una certa supponenza era capibile. Poi, con gli anni, le cose sono cambiate. Ci siamo ritrovati tre anni fà a Brescia e l'uomo che avevo davanti era un musicista incredibile di immensa modestia.
Se all'inizio la sua passione per la chitarra lo portò a militare con varie formazioni milanesi, in seguito il nuovo interesse per il basso e lo "Stick" ( fu il primo in Italia e tra i primi al mondo ad impararne l'uso) lo coinvolse al punto da tentare strade diverse. Nel campo jazzistico suonò con Manusardi, Rusca, Palumbo, Tony Scott e con lo stesso padre Franco. Non abbandonò mai del tutto il campo del rock: formò il gruppo Crisalide (con cui accompagnò Finardi) e partecipò al Rock & Roll Exibition di Demetrio Stratos.
Nel '79 lasciò l'Italia per Londra dove si incontrò con Jon Anderson (degli allora disciolti Yes) ed entrò a far parte con lui della nuova formazione Animation con D.Sancious, C.Clempson e S.Phillips.
Fab Four String
Dopo aver girovagato per il mondo, nell'82 torna in Italia e, nell'84, forma i Chande con Calloni e Cabezas. Nell'86 inizia la sua attività di insegnante presso il Centro Professionale Musica di Milano; contemporaneamente comincia una lunga serie di collaborazioni (come session-man) con artisti quali Fiorella Mannoia, Franco Battiato, Eros Ramazzotti, Pino Daniele, Brian Auger, fino ad arrivare all'ultimo tour di Fabrizio De André. Da ricordare anche il trio Linea C (con Calloni e Colombo) e le ultime collaborazioni con il padre ed Enrico Intra.
L'ultima volta l'ho visto a Rimini, in Maggio. Mi era sembrato normale. Ce ne stavamo a questo raduno di bands beatlesiane (Stefano era iscritto ai Beatlesiani d'Italia Associati), seduti sugli scalini del palco a chiacchierare e mi stava raccontando dell'ultimo CD che aveva inciso "Fab Four String": un bellissimo disco in cui Stefano, accompagnato qua e là dalle tastiere di Harris, con il solo uso delle quattro corde del suo basso, reinterpretava 22 canzoni dei Beatles.
Quando ci lasciammo mi disse: "Telefonami a metà Dicembre, forse quest'anno riesco a venire al Lennon Memorial di Pavia. Mi piacerebbe presentare il mio disco".
Non ho fatto in tempo!
Ciao Stefano.
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