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20/04/2010 - Ellade Bandini
Io e Stefano ci siamo conosciuti all'inizio degli anni 70 (secolo
scorso...mannaggia, millennio scorso...rimannaggia), tutti due giovani, lui
più di me, all'arrembaggio di un mondo musicale pieno di possibilità,
opportunità e varietà. Io venivo dalle sale da ballo emiliane e non , lui
dallo stimolo di una Milano, allora, capitale della discografia, e di un
padre numero uno della chitarra jazz italiana e non solo.
Ci si incrociava nelle varie sale di registrazione o in giro per l'Italia
durante i concerti. Suonava con i "Crisalide" che tra le varie cose era il
gruppo che accompagnava una, a dir poco "stupenda", Loredana Bertè. Una
band nel senso vero della parola, con talenti che spaccavano davvero :
Ninzatti, Pulga, Pretri, Mauro Spina alla batteria, uno tra i più geniali che
ho avuto il piacere di conoscere, e Stefano Cerri al basso...non potete
immaginare cosa succedeva su quel palco.
Ci si salutava, ogni tanto una cena, quattro battute o scambi sulle ultime
novità che arrivavano dall'Inghilterra e dagli Usa dove a differenza dei
discografici italiani, i musicisti si sono quasi sempre trovati d'accordo.
Insomma un rapporto fra giovani e seri colleghi. Fino a quando ci siamo
trovati sullo stesso palco per una serie di concerti destinati a diventare
una pietra miliare non solo della canzone d'autore; il tour " Anime salve"
con Fabrizio de Andrè.
Ero dall'84 con Fabrizio ed ero abituato benissimo con i bassisti ( Pier
Michelatti per anni una sicurezza alla mia sinistra). Pier per impegni
precedenti, con dispiacere suo e mio, fu costretto a rinunciare ed io ero
già in stato di agitazione finché non ebbi la notizia che dopo una lunga
permanenza in Inghilterra e Stati Uniti, Stefano era tornato ed aveva
accettato l'invito della produzione. Fui felice, avevo l'occasione di
suonare per un lungo periodo con un grande bassista che stimavo in tutti i
sensi.
Che dire di lui che non sia già stato detto ; me lo trovavo di fianco tutte
le sere senza mai un momento di resa, concentrato, perfetto nelle esecuzioni
e nel suono,sempre tranquillo ed elegante,un vero signore come lo è sempre
stato suo padre Franco. Mai una reazione negativa, anche se alle volte lo
guardavo sorridendo perché avevo intuito che avrebbe appoggiato volentieri
in modo non proprio delicato il suo basso in testa a qualcuno;
contraccambiava il sorriso e via che partiva un altro brano.
Un ricordo che mi porto dentro fu la notte del viaggio dopo il concerto al "
Teatro Regio " di Parma verso Palermo.
Durante la notte mentre qualcuno sul pullman sonnecchiava, altri se la
raccontavano, io feci mettere sullo stereo una compilation con le ballate
più dolci dei Beatles. Stefano mi confessò che gli sembrò di ascoltare quei
brani per la prima volta nel modo giusto restandone emozionato.
Dopo un paio di mesi venne in camerino mi diede un cd dicendomi solamente "
Grazie Ellade".
Il titolo era " Fab Four String " Stefano Cerri suona i Beatles.
Grazie a te Stefano, ci vediamo. Ellade.
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